martedì 27 agosto 2013

Giacomo Costa; 'Visioni apocrife'.

Le “Visioni apocrife”
 di Giacomo Costa inaugurano gli spazi di smART. 
Nuovo spazio romano per l’arte contemporanea, pensato in forma di polo culturale indipendente. 
Tra didattica, esposizioni, incontri

di Helga Marsala


Un nuovo spazio culturale a Roma, tutto dedicato alla diffusione e valorizzazione delle arti visive e della scena contemporanea, tra artisti emergenti e nomi di rilievo internazionale. Si chiama smART e nasce dall’incontro di tre donne, tutte appassionate d’arte, con background e percorsi differenti, ritrovatesi per questa nuova sfida: Margherita Marzotto, Presidente dell’associazione culturale, Stephanie Fazio, direttore dello spazio espositivo, e Giorgia Rissone, responsabile per la didattica.
L’idea è quella di creare un polo per l’arte contemporanea che sia realmente capace di aggregare ed avvicinare il pubblico, mettendo al centro al figura dell’artista e le opere: l’esigenza, sempre più diffusa, di abbattere le barriere e accorciare le distanze tipiche di grandi gallerie e di certi spazi istituzionali, orienta anche questa nuova realtà capitolina. Un’esigenza che – guardando al clamoroso exploit del non profit – passa per l’attuazione di pratiche e approcci alternativi. Tre le dimensioni progettuali: una espositiva, una didattica e una conoscitiva e d’approfondimento. Dunque, in sostanza, smART significa mostre, laboratori, attività di formazione, incontri, dibattiti, confronti.
Si parte con un artista italiano, Giacomo Costa, e la sua Visioni apocrife, a cura diFrancesca Valente. Selezionati dalla sua produzione una ventina di paesaggi urbani, elaborazioni di straordinario impatto visivo, che in questi anni hanno portato fortuna e una forte riconoscibilità al lavoro di Costa. Sono spazi enigmatici, inquietanti, eppure incredibilmente realistici, visioni esacerbate in cui la forza plastica, derivata da un utilizzo della tecnologia portato agli estremi, convive con una sensazione di spaesamento, di surrealtà, di vertigine. Fotografia, cinema, architettura, science fiction e richiami alla grande arte italiana del ‘700 e dell’800, si mescolano in queste romantiche ambientazioni, virate verso un uso massiccio di effetti speciali grafici: dalla pittura al grande schermo, passando per la ricerca fotografica e quella digitale, il lavoro di Giacomo Costa saccheggia differenti immaginari, traducendosi in un’operazione scenica dichiaratamente estetizzante e seduttiva.
Lavori in corso, al momento, in attesa dell’inaugurazione, da segnarsi in agenda: 15 ottobre 2013, in Piazza Crati 6/7, zona interessante e non convenzionale per una galleria, in area centro-Nord, quartiere Trieste. Ci sarà poi tempo fino al 29 novembre per godersi la prima mostre targata smART.

Un'intervista.





Giacomo Costa.


Nasce a Firenze nell’ottobre del 1970, studia violino fino ai quattordici anni e abbandona gli studi al liceo classico nel 1986 per concluderli da privatista nel 1989. Dopo aver soddisfatto la sua passione per la montagna, trasferendosi a Courmaieur, inizia i suoi studi fotografici nel 1993. Da prima con il suo autoritratto e poi con l’abbinamento di paesaggio montano e urbano in studi che fanno emergere in lui la necessità di un nuovo intervento nelle sue opere “simile a quello del pittore”.
Dopo l’incontro con il fotografo spagnolo Richard Nieto impara ad utilizzare il punto luce come l’intervento di un vero e proprio pennello non solo sul bianco e nero, come lo spagnolo, ma anche sul colore. Con questa tecnica realizza alcuni studi sul corpo umano che sanciscono il vero e proprio inizio della sua ricerca. Nel 1994 incontra il critico Maria Luisa Frisa che lo presenta nella mostra Equinozio d’Autunno al Castellodi Rivara di Franz Paludetto. L’interesse per la ricerca progressivamente lo allontana dagli impegni professionali iniziando così a muoversi nel mondo dell’arte. Nel 1995 inizia una collaborazione con il gallerista Marsilio Margiacchi e una ricerca sulle polaroid e la loro elaborazione, con le quali parteciperà alla mostra Al Muro!!! Presso la stazione Leopolda a Firenze e all’edizione 1996 di Arte Fiera a Bologna e a una mostra al Trevi Flash Art Museum. Con la serie di interventi sui paesaggi con l’intrusione di enormi monoliti di travertino presentati per la prima volta a Bologna si pone all’attenzione del pubblico e della critica. Nel 1999 ottiene la sua prima personale a Londra seguita dalla partecipazione alla Quadriennale di Roma ed alla Biennale Fotografica di Torino. Inizia ad esporre sia in Italia che in America, New York, Chicago e New Orleans. Nel 2005 vience il concorso pagine bianche d’autore per il volume della toscana. Nel 2006 incontra Elena Ochoa Foster che pubblica i suoi lavori sulla rivista CPhoto Magazine e successivamente lo invita alla X Biennale di Venezia dell'architettura. Sempre nel 2006 Il Centre Pompidou espone un suo lavoro (Agglomerato n.9, 1997), che è entrato a far parte della collezione permanente del museo, nella mostra Les Peintres de la Vie Moderne. Nel 2009 esce pubblicato da Damiani il volume "The Chronicles of Time" che raccoglie tutti i suoi lavori dal 1996 al 2008. Il volume è introdotto da un testo dell'archistar Norman Foster e del critico italiano Luca Beatrice. Nel 2009 viene invitato alla 53° Biennale di Venezia "Fare Mondi, Making Wolds".

Fonte www.artistocratic.com



Arte.


Attratto fin dagli inizi dalla possibilità di intervenire sulla realtà fotografata, trova la sua massima realizzazione nella scoperta delle possibilità di manipolazione che l'uso delle tecnologie digitali gli offrono. Nel 1996 esordisce con la serie degli Agglomerati, semplici montaggi di immagini ottenute con Photoshop, ma è a partire dal 1999 che abbandona la fotografia tradizionale, seppur elaborata, per dedicarsi esclusivamente all'uso delle tecnologie 3D. Con questi nuovi strumenti, gli stessi usati per gli effetti speciali del cinema, crea immagini e scenari fotorealistici ma inesistenti, ponendo la sua ricerca a metà tra la pittura e la fotografia. La sua riflessione parte da ciò che comunemente angoscia il mondo contemporaneo, i disastri naturali, le speculazioni, l'inquinamento, il devastante impatto ambientale dello sviluppo insostenibile, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali traducendo queste ed altre tematiche in immagini. Le immagini di Giacomo Costa, come dice Norman Foster nell'introduzione al libro The Chronicles of Time, “…sono come le rovine di una civiltà perduta, che potrebbe essere la nostra. Grazie a questa potente visione, ci ricordano soprattutto la fragilità del nostro mondo artefatto e i presupposti civici che lo hanno sostenuto fino ad oggi.”


Collaborazioni.


Nel maggio del 2010 collabora con Irene Grandi nella sua tournée teatrale proiettando su maxi-schermi una selezione di opere rielaborate.]
Ad ottobre del 2010 collabora con l'attore e regista Luca De Filippo progettando il sipario ed i fondali della commedia del padre, Eduardo De Filippo, 'Le bugie con le gambe lunghe'.
A giugno del 2011 viene invitato a creare l'immagine simbolo de 'l'estate fiorentina 2011'.
Nel 2011 le sue opere sono state pubblicate su STUDIO Architecture and Urbanism magazine #01 [from] CRISIS [to] di Romolo Calabrese
Nel 2012 esegue la scenografia de Il gioco dell'amore e del caso di Marivaux per la regia di Piero Maccarinelli e con i costumi del premio Oscar Gabriella Pescucci. Il cast è composto da Antonia Liskova, Fabrizia Sacchi, Paolo Briguglia, Francesco Montanari, Emanuele Salce e Sandro Mabellini e lo spettacolo debutta in prima nazionale a Firenze rappresentando la prima produzione della Fondazione Teatro della Pergola.

Musei.

Elenco dei musei che posseggono opere dell'artista:
  • CACNO (Contemporary Arts Center of New Orleans), Stati Uniti
  • Contemporary Arts Museum, Houston, Stati Uniti
  • Centre Pompidou di Parigi, Francia
  • Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato

Bibliografia.

  • Wolken, Hatje Cantz Verlag, 2013 (ISBN 9783950301847)
  • Padiglione Italia, L.Beatrice e B.Buscaroli, Silvana Editoriale, 2009 (ISBN 9788836613885)
  • Architecture Now! 7, Philip Jodidio, Taschen, 2008 (ISBN 9783836517355)
  • The Chronicles of Time, testi di Norman Foster e Luca Beatrice, Damiani Editore, 2008 (ISBN 8862080794)
  • CPhoto Magazine, N.5, London, Ivory Press, 2007
  • CPhoto Magazine, N.3, London, Ivory Press, 2007
  • Sound&Vision, Luca Beatrice, Damiani Editore, 2006 (ISBN 8889431555)
  • XIV Quadriennale, Roma-Torino (catalogo), 2004 (ISBN 8880165704)
  • Enciclopedia dell'arte Zanichelli, Zanichelli, Milano, 2004, (ISBN 9788808223906)
  • L'arte del novecento, Giunti, 2003, (ISBN 9788809034327)
  • 2A+P landscape, anno 3 n.2, Cooper & Castelvecchi, 2001, (ISBN 8873940021).
  • XY dimensioni del disegno, anno 14 N.38-39-40. Officina Edizioni, 2000, (ISBN 8887570302)
  • Sui Generis, PAC, Milano (catalogo), Medusa, (ISBN 8888130055)
  • Photography Now, Contemporary Art Center, New Orleans (catalogo)
  • Land(E)Scape, Edizioni Photology, Milano
  • VIII Biennale Internazionale di Fotografia, Torino (catalogo)
  • XIII Quadriennale, Roma (catalogo), (ISBN 8880163205)

Fonte wikipedia.

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