Pier Faccini. Londra, 1992. |
Piers Faccini (Piers Damian G. Faccini) (Luton, 1972) è un musicista britannico.
Nato nel 1972 da padre italiano e da madre inglese, si trasferisce in Francia all'età di cinque anni.
Dopo aver frequentato l'Eton College, inizia ad esibirsi pubblicamente in campo musicale in Inghilterra.
Piers Faccini fa parte dei dieci artisti selezionati dalla giuria del Prix Constantin nel 2009 per il suo album Two Grains of Sand.
Fonte wikipedia
Album
Piers Faccini, 'Between dogs and wolves'. - 2013 - |
Al quinto capitolo discografico, l’artista anglo-italiano di stanza in Francia sembra non avere più quell’urgenza che ha caratterizzato il suo percorso artistico. Accantonate le pulsioni jazz e blues dei primi due album e le curiosità etniche di “My Wilderness”, Piers Faccini si regala una pausa da cantautore puro, omaggiando la tradizione di Leonard Cohen, Bob Dylan e Bonnie "Prince" Billy in un album dai toni crepuscolari e raffinati. Chitarra e piano reggono le fila di un suono sempre più delicato e intimista, poche tracce di violoncello e l’assenza di percussioni caratterizzano il disco come il più personale e sentito dell’artista.
“Between Dogs And Wolves” è una pausa di riflessione e introspezione, un progetto che mette in evidenza luci e ombre di un artista ormai consacrato allo status di cult: l’edizione limitata oltre a offrire un raffinato libricino dei testi aggiunge anche un album di cover version, confermando la volontà di Faccini di esternare tutta la sua poetica.
Il suo approccio multiculturale resta apparentemente in sordina in questo album dai toni più delicati; la classe e la padronanza della voce sempre calda e avvolgente trascinano infatti l’ascoltatore in un’altra vivida carrellata di emozioni semplici e confortevoli. Nella tradizione del miglior cantautorato folk, Piers Faccini concentra l’attenzione sulla composizione, donando al suo pubblico alcune delle sue pagine migliori: “Black Rose” e “Broken Mirror” aprono il disco con un’intensità lirica che sembra rubata al Nick Drake di “Five Leaves Left” o a John Renbourn.
E' infatti un susseguirsi di canzoni tanto gentili quanto vibranti e intense: l’artista sfida le regole dell’industria musicale attuale regalandoci un album difficile da spezzettare in piccoli clip da adattare alle esigenze del web, per una fase introspettiva malinconica e introversa che dà forma a brani come “Girl In The Corner” e “Feather Light”, che sfidano la fruizione tocca e fuggi di YouTube.
Non è un caso che Piers Faccini abbia pubblicato in vinile le sue ultime opere discografiche: la sua è una musica che chiede attenzione anche quando i toni si fanno più romantici, come in “Wide Shut Eyes”, o più elaborati come nella jazzy “Pieces Of Ourselves”. Il suono cristallino di “Missing Words” e la fragilità di “Reste La Marée” sono pagine preziose, che, pur incastonate tra gioiellini di purezza lirica, come appunto la già citata “Black Rose” e “Like Water Like Stone” (che aprono e chiudono l’album), hanno la forza per trascinare questo lavoro nel miglior cantautorato contemporaneo.
Non nego che spesso durante l’ascolto ho avuto dei piccoli flash che mi rimandavano al nostro Fabrizio De André. La presenza di una canzone cantata in italiano ha rafforzato questa sensazione: “Il Cammino” è non solo un sentito omaggio all’Italia ma anche una delle pagine più fragili e liriche del disco.
Con “Between Dogs And Wolves” Faccini entra comunque prepotentemente nella ristretta cerchia dei poeti del nuovo folk, e lo fa rinunciando a quelle nuance che smorzavano l’essenzialità del suo scripting, catturando quell’integrità lirica che il cantautore anglo-italiano aveva finora inseguito senza mai raggiungerla del tutto.
Fonte ondarock.it
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