questa sera, su RaiMovie ore 23:10:
'Rosetta'
Belg.-Fr. 1999
GENERE: Dramm. DURATA: 91′ VISIONE CONSIGLIATA: G
CRITICA: 4 PUBBLICO: 2
REGIA: Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne
ATTORI: Emilie Dequenne, Fabrizio Rongione, Anne Yernaux, Olivier Gourmet
Rosetta vive nel carrozzone di un campeggio con la madre alcolista che si prostituisce. Ogni giorno va in città in cerca di un lavoro che trova, perde, ritrova, che le portano via, che si riprende. È ossessionata dalla paura di scomparire e dalla vergogna di essere un'emarginata. Vuole una vita normale: come loro, con loro. Rivisitazione non dichiarata del Dogma di von Trier e C. da parte dei 2 fratelli belgi, 20 anni di video militanti e di documentari sociali: cinepresa a spalla, incollata al corpo dell'eroina, niente musica, soltanto rumori d'ambiente, dialoghi ridotti al minimo, nessun colpo di scena, montaggio che ricalca il respiro affannoso, l'energia furente e l'agonia del personaggio. Comincia e continua di corsa. Al finale, che potrebbe essere tragico, gli autori “si fermano, per pudore e per pietà” (L. Barisone). Dietro Rosetta s'intravede in filigrana la Mouchette di Bernanos e Bresson. Film estremo, radicale, sulla dignità e sull'efferato cinismo legale del mondo di oggi, fuori dalla normalità, dal consueto, dal rassicurante. Palma d'oro a Cannes 1999 (la più marginale e “bassa” nella storia del Festival) e premio per la migliore attrice a E. Dequenne, ex aequo con Séverine Caneele di L'umanità.
La recensione del film è tratta da:
il Morandini 2013
a cura di Laura Morandini, Luisa Morandini, Morando Morandini
Zanichelli editore
Curiosità.
Rosetta in Belgio è diventato un simbolo della disoccupazione, alcune città le hanno dedicato statue a simboleggiare la lotta contro il lavoro precario e la disoccupazione giovanile. Nella manifestazioni sindacali, nell'anno del film, si urlava "Siamo tutti Rosetta".
Fonte: Wikipedia.
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