venerdì 2 agosto 2013

Luigi Ghirri: “Come pensare per immagini”. In questa frase è contenuto il senso di tutto il mio lavoro.

Luigi Ghirri al Maxxi, Roma




Il MAXXI dedica all’opera di Luigi Ghirri, tra i maestri indiscussi della fotografia in Italia, una grande mostra antologica, nata dalla collaborazione tra il Museo e il Comune di Reggio Emilia, la città dove il fotografo ha vissuto e alla quale ha lasciato il suo archivio. E proprio dai materiali originali – fotografie, menabò, libri, cataloghi e negativi – oggi conservati presso la Biblioteca Panizzi, partner istituzionale del progetto, la mostra intende partire per raccontare i diversi profili di questa complessa figura di artista.
La mostra è organizzata in tre sezioni tematiche – Icone, Paesaggi, Architetture – e invita a ripercorrere la fasi della ricerca artistica di Ghirri: le icone di quotidiano, i paesaggi come luoghi di attenzione e di affezione e le architetture, da quelle anonime a quelle d’autore, attraverso oltre 300 scatti, con particolare attenzione ai vintage prints stampati direttamente dall’autore.
Accanto alle fotografie verranno presentati anche i menabò dei cataloghi, i libri pubblicati, le riviste, le recensioni che testimoniano la sua attività di editore, critico e curatore; una selezione di fotografie e libri d’artista che documentano l’incontro e la collaborazione con gli artisti concettuali modenesi nei primi anni ‘70; le cartoline illustrate e le fotografie anonime che Ghirri collezionava; una selezione di libri tratti dalla biblioteca personale di Ghirri che raccontano dei suoi interessi e dei riferimenti culturali e artistici; le copertine dei dischi che testimoniano l’interesse di Ghirri per la musica e il rapporto con musicisti come i CCCP e Lucio Dalla.


Luigi Ghirri.


(Scandiano, 5 gennaio 1943 – Reggio Emilia, 14 febbraio 1992) è stato un fotografo italiano.
Inizia a fotografare nel 1970 confrontandosi con artisti concettuali e ricercando segni nei paesaggi naturali e segni artificiali nell'opera umana e nel paesaggio stesso (manifesti, insegne ma anche cartine geografiche). Dal 1980, sollecitato da Vittorio Savi, si confronta con la fotografia di architettura nel territorio. In particolare fotograferà per lo stesso Savi, per Aldo Rossi, Paolo Zermani. Negli stessi anni stringerà amicizia con lo scrittore Gianni Celati. I suoi paesaggi sono sospesi, non realistici per certi versi metafisici, spesso privi di figure umane ma mai privi dell'intervento dell'uomo sul paesaggio. Le sue foto sono generalmente a colori. L'uso di colori delicati e non saturi è fondamentale nella sua poetica e nasce dalla stretta collaborazione con il suo stampatore Arrigo Ghi.
Di notevole spessore gli scatti dello studio bolognese di via Fondazza del pittore Giorgio Morandi.
Autore di copertine di numerosi album per la RCA sia di musica classica che di artisti italiani come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, CCCP Fedeli alla linea (Epica Etica Etnica Pathos), Stadio, Ciao Fellini, Robert & Cara e altri.
È morto d'infarto a 49 anni.
Elisabetta Sgarbi ha presentato al Festival di Venezia del 2009 un film sul fotografo di Scandiano intitolato Deserto Rosa.
Fonte wikipedia.



P.S.

Promozione.

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L’offerta del museo è particolarmente ricca in questo momento, con ben sette mostre in corso e, nella piazza, l’installazione HE che accompagna l’estate del MAXXI: una gigantesca lanterna gialla sospesa che di giorno crea ombra e di notte si accende di mille colori, progetto vincitore del programma YAP (Young Architects Program) con il MoMA PS1 di NY, Istanbul Modern e Constructo di Santiago del Cile.
All’interno, i video con le star hollywoodiane e le sculture di Galleria Vezzoli, in uno straordinario allestimento che trasforma il MAXXI in una galleria tardo ottocentesca; l’atmosfera intima e rarefatta delle foto di Luigi Ghirri. Pensare per immagini; i colori e i segreti degli arazzi di Alighiero Boetti a Roma; i video emozionanti di Fiona Tan. Inventory; il rapporto tra architettura, paesaggio ed energia della mostra Energy, con, tra le altre, la lieve installazione di Sou Fujimoto, nuova “star” dell’architettura che ha da poco realizzato il Padiglione estivo della Serpentine Gallery di Londra; le foto e i modelli dei migliori progetti che hanno partecipato al progetto YAP 2013 in tutte le quattro sedi.
Infine, nello Spazio D di fronte al museo, la mostra The Sea is My Land: 140 video e fotografie di 22 artisti del Mediterraneo che racconta l’incessante metamorfosi del Mare Nostrum.



Chiarezza.


Il Museo MAXXI e le opere esposte

Premessa
In questo articolo sono descritte molte delle opere esposte nel Museo. Poichè le opere in esposizione cambiano periodicamente (tranne quelle acquisite permanentemente), in questa sede sono trattate quelle presenti nel Museo a lugliodel 2013 con l'accenno a quelle esposte fino a maggio 2013. Per avere invece una descrizione retrospettiva di quelle esposte dall'inaugurazione del 2010 fino al 2012, potete invece cliccare qui: 
Il costo del biglietto per la visita è di 11 euro, salvo diritto a riduzioni (è anche possibile acquistare a 50 euro e valida un anno dalla data d'attivazione una card MyMAXXI). Come prezzo d'ingresso è accettabile. Il Museo è interamente dedicato all'arte contemporanea. Sarà possibile, al di là della qualità delle opere in mostra che hanno suscitato qualche critica, farsi comunque un'idea delle tendenze dell'arte contemporanea che risultano sconosciute alla maggior parte delle persone. Non è mia intenzione fare qui una disquisizione sulla bontà o meno dell'arte contemporanea e i soliti paragoni che vengono fatti con la più conosciuta produzione artistica fino all'incirca gli anni '70 del XX secolo. Infatti, è bene dirlo, per arte contemporanea si intende proprio la produzione di artisti o ancora in vita o artisti che hanno almeno operato sul finire del secolo XX. Quindi, non pensate di trovare nel Museo artisti come un Picasso, Miro, Fontana, Mondrian e simili. Questi artisti sono già datati. In pratica, per un pubblico anche acculturato alle arti visive, la maggior parte degli autori e delle opere saranno pure novità. Bisognerà ricominciare da capo, i riferimenti tipici che si usano per giudicare o apprezzare qui non funzionano più. Altri parametri, altri intenti, altro tutto. Il “quadro” in pratica non esiste quasi più. La maggior parte delle opere sono performancecostruzioni,assemblaggimultimedialità e altro. E' assolutamente consigliato leggere in continuazione i cartelli esposti accanto alle opere, sia per conoscere l'autore e l'origine dei materiali usati (i più disparati), sia per dare un senso a quello che si vede. Qui sta proprio la cosa più stimolante. Diciamo che anche una passeggiata distratta non può almeno ogni tanto meravigliarci e farci soffermare su un qualcosa esposto. Consigliato per tutte le età, anche i più piccoli, che notoriamente tendono ad annoiarsi nei musei tradizionali ma qui potranno trovare qualcosa di cui stupirsi e penseranno ad un gioco, magari fatto dall'artista ma sempre un gioco. Il Museo è fatto apposta per permettere al visitatore di seguire un percorso non obbligato. Non vi preoccupate della direzione da prendere e andate in giro che le sorprese non mancheranno. Vi piaceranno? Dipende. Il discorso sarebbe lungo e qui non è il caso d'affrontarlo, come ho già detto. Comunque non credo che uscirete annoiati e avrete sicuramente un argomento di conversazione per il giorno dopo con i colleghi di lavoro, gli amici e conoscenti. Purtroppo, nella gestione amministrativa del Museo c'è da segnalare la grave mancanza di una copertura WIFI aperta al pubblico all'interno e nei dintorni del MAXXI. Questo pregiudica, almeno non usiate un collegamento con il vostro provider, la possibilità di consultare durante la visita l'applicazione, scaricabile gratuitamente, da Android market e Apple Store e dedicata al MAXXI, peraltro ricca d'informazioni. In realtà una connessione aperta, previa registrazione, esiste ed è quella fornita da Provincia-WIFI ma laconnessione è alquanto carente per stabilità e copertura. Vediamo ora quali sono le opere che hanno maggiormente attratto la mia attenzione. 
Le Opere (presenti a luglio 2013)
Appena entrati si vede una gigantesca opera (collezione permanente) di Anish Kapor intitolata Widow (2004). Sembra uno stetoscopio dei vecchi tempi dal significato inquietante, che coinvolge visivamente e non solo lo spettatore. 
Continuando a pianoterra potete vedere dal 22 marzo fino al 29 settembre 2013 la Mostra Energy (architettura e reti del petrolio e del post-petrolio). Interessante mostra sull'energia come fatto non solo tecnico ma culturale, di modifica sociale e antropologica. Essa vuole illustrare il passato, il presente ed il futuro dello sfruttamento energetico. Attraverso tre sezioni si è cercato di rappresentare il rapporto italiano tra l'architettura, l'energia ed il movimento. Nella sezione Storie è rappresentato il passato, Fotogrammi rappresenta il presente e Visioni il futuro. Nella sezione Storie, viene data particolare attenzione al fenomeno tutto italiano della costruzione degli Autogrill. Anche i Motel sono analizzati nel loro significato architettonico e sociologico. La mostra si presenta, insomma, come una sorta di percorso tra tecniche e soluzioni culturali all'approccio energetico. Interessante il riferimento al progetto Heads up highway, dove viene dato conto della possibilitá di sfruttare la superficie delle autostrade per produrre energia elettrica (potenzialmente si avrebbero circa 27000 gigawatt annui). Fotogrammiraccoglie attraverso uan serie di foto lo stato dell'arte presente, con foto d'autori del calibrro di Paolo Pellegrin e Alessandro Cimmino. Molto interessante la parte dedicata al Villaggio alpino dell'ENI a Borca di Cadore, terminato nel 1963  e progettato da Edoardo Gellner. In questo campo però il progetto più ambizioso fu Metanopoli a San Donato Milanese, cui contribuirono vari progettisti a partire dal 1953 (Bacciocchi, Nizzoli, Olivieri, ecc.). Inoltre, nella Mostra, attraverso una serie di varie infrastrutture e pannelli, si da conto della possibile alternativa ai combustibili fossili. All'inizio del percorso un grande pannello è dedicato al progetto OMA/AMO roadmap 2050 per l'integrazione Europea energetica a emissioni zero, il cui obiettivo è quello di un approvvigionamento energetico ecologicamente sostenibile e condiviso tra i paesi europei.
Dal 29 maggio 2013 e fino al 24 novembre nelle Gallerie 2 e 3 del primo piano è possibile visitare la Mostra Galleria Vezzoli con il progetto espositivo The Trinity che presenta, contemporaneamente al MOMA PS1 di New York e al MOCA di Los Angeles, una retrospettiva dedicata a Francesco Vezzolicon opere a partire dagli anni novanta. L'allestimento è particolare, colpisce con i suoi colori sul rosso porpora dove sono allestite le opere di questo bizzarro artista. Il tutto sa di un kitsch elegante e intellettuale. Troneggiano al centro una serie di statue dalle fattezze classiche che sorreggono degli schermi che mandano video in continuazione. Le luci soffuse contribuiscono ad un'atmosfera rarefatta. Alle pareti e ovunque le opere multiformi di questo artista. Opere con un aspetto spesso autoreferenziale, dove il suo viso fotografato, dipinto, scolpito, appare accanto ed inserito in altri contesti come statue classiche, cartelloni pubblicitari di film, fotografie, ecc. Una chicca l'opera in video in fondo alla sala intitolata il ritorno delle palle che rimbalzano, titolo che lascia intendere il soggetto un pò pornografico. La mostra continua prima con una serie di busti classici cui fa da corrispettivo un calco del viso di Vezzoli che sembra quasi dialogare con i busti stessi e poi con tutte sedie appaiate. Quest'opera è intitolata le 120 sedute di Sodoma cui segue un'altro allestimento intitolato Comizi di non amore, un convincente video che riassume in sè il significato ambiguo e di finzione dei reality televisivi. Entrambe le opere hanno un chiaro riferimento a Pasolini.
Sempre nella galleria 2 e 2a, l'interessante Mostra di Luigi Ghirri 'Pensare per immagini' aperta al pubblico dal 24 aprile 2013 al 27 ottobre 2013.
La Mostra attraversa l'opera di questo grande fotografo italiano in modo completo ed è in grado di far apprezzare in pieno la concezione della fotografia in Ghirri, sintetizzabile con le sue stesse parole: "la fotografia non è pura duplicazione o un cronometro dell'occhio che ferma il mondo fisico, ma un linguaggio nel quale la differenza tra riproduzione e interpretazione per quanto sottile, esiste e da luogo a un'infinitá di mondi immaginari".
Tenendo a mente questi concetti, il visitatore potrà godere in pieno delle delicate foto di Ghirri, scattate e stampate con accuratezza ma usando quasi sempre tecniche in fondo amatoriali (molte sono stampe C-print cioè a stampa cromogenica). Sono dedicate a città e luoghi come il Lago di Braies, Castelrotto. Alcune leggermente autoreferenziali come quella della finestra con la scritta "Foto" oppure come quella a Parigi con una donna che a sua volta fotografa.  Seguono alcune foto Polaroid di Amsterdam, molto belle. Anche una foto su Sassuolo molto particolare attrae la nostra attenzione mentre, in un angolo, appaiono all'improvviso una serie di foto di paesaggi di una ricercatezza assoluta: Marina di Ravenna, Rimini, Lido di Volano, Capri, Metaponto, Tellaro, Melfi, ecc. Tutte foto straordinarie giocate su colori tenui, pieni di luce soffusa, calda, alcuni sembrano quasi degli acquerelli. In particolare ricordiamo: il Rifugio Grostè a Madonna di Campiglio, una foto sulla Campagna ferrarese, un cancello con neve a Pomponesco che si ripete a Formigine e nuovamente un'altra foto del cimitero di Pomponesco. Altra foto stupenda è quella scattata ad Argine Agosta a Comacchio: una casa nell'acqua. Un'altra foto imperdibile è quella dedicata a Versailles, praticamente perfetta, dalle prospettive e dall'insieme equilibratissimo, i colori poi sono talmente attraenti che il tutto sembra una stampa. Segue una foto di San Pietro in vincoli a  villa Jole che ricorda vagamente le ninfee di Monet. Un'altro filone cui Ghirri dedicò attenzione fu quello della fotografia a strutture architettoniche: dalle case popolari di Portoghesi di Trevigliano Mazzano alla tomba Brion, alla cittá universitaria di Roma di Piacentini, nonché le foto d'interno dedicate alle opere di Aldo Rossi. Esposte in una parete a parte le foto fatte a Bologna nello studio di Giorgio Morandi; scatti con i quali Ghirri fa rivivere in pieno l'atmosfera dei quadri del grande pittore. Per finire, addossata alla parete un'altra frase di Ghirri in cui considera la fotografia utile perchè aiuta a togliere e non ad aggiungere nella rappresentazione delle cose. Ovvero l'uso stesso dell'inquadratura è già un tentativo di sintesi della rappresentazione. Non bisogna stupirsi di queste affermazioni, dato che Ghirrioltre a praticare la fotografia, è stato un grande teorico della stessa. Le sue teorie sulla fotografia, per chi ama quest'arte o per chi fosse interessato, sono esposte nel prezioso volume Lezioni di fotografia del 1989.
Al primo piano, aprendo la porta a vetri, s'accede alla Mostra delle opere di Alighiero Boetti a Roma (1940-1994). Tra quelle esposte spiccano Tutto del 1989: una sorta di mosaico colorato e La natura è una faccenda ottusa (1981),  La quinta essenza del tempo del 1993, opera tutta in verticale su carta intelata che era una tipica tecnica usata dell'artista. Seguono altre grandi tele come Orme 1 e 2FregiòFaccine ed altre senza titolo. Proseguendo nella sala successiva sono esposte alcune tele fatte con ricamo su tessuto intitolate Poesie con il Sufi Berang, ovvero una miscela frutto della collaborazione tra l'artista e le poesie del maestro. Opera del 1989 e presentata a Parigi è per la prima volta visibile in Italia.
Segue un'opera dell'allievo Francesco Clemente Under the hat del 1978: acquarello su carta accattivante e altre opere diLuigi Ontani tra cui Tappeto volante aureo e En ruote d'apres Pietre Loti dal 1975 al 1978.
Ancora nella sala successiva la suggestiva e imperdibile opera di Giuseppe Penone 'Sculture di linfa' che fa parte della collezione permanente. Occupa tutta una sala ed è molto coinvolgente.
Tornati a piano terra nelle mostre allestite accanto alla porta d'ingresso, andare alla Galleria Scarpa. Qui da fine giugno 2013fino al 20 ottobre la sala è dedicata allo  YAP. Cioè un concorso annuale di promozione della giovane architettura organizzato in collaborazione con il MoMA/MoMA PS1 di New York, Constructo di Santiago del Cile e, per la prima volta quest'anno, l'Istanbul Museum of Modern Art. Vengono valutati studi di architettura emergente concernenti progetti per un’installazione capace di offrire ai visitatori uno spazio per gli eventi estivi del museo e per il relax. Quest'anno ha vinto la struttura HE esposta nel cortile del Museo, opera dello studio torinese BAM. La struttura è usufruibile nel cortile esterno del Museo. Offre uno spazio anche ad una serie di attività estive che la sera si svolgono nella sua area.
Sempre al pianterreno è possibile visitare l'importante Mostra Inventory dedicata all'artista indonesiana Fiona Tan fino all'8 settembre 2013. Comprende una selezione di importanti lavori realizzati dopo il 2004. Interessante l'allestimento Correctiondel 2004: una video installazione che coinvolge lo spettatore in sala in una situazione carceraria circondandolo con video di detenuti e guardie che ti osservano implacabili e con sottofondo rumori vari. Uscire dalla sala e prendere l'ascensore a piano terra per proseguire la visita della mostra al secondo piano. Usciti dall'ascensore sono riportate su una parete varie incisioni delPiranesi e le sue carceri d'invenzione che richiamano l'architettura del MAXXI. Infine si arriva alla bella galleria 5 dove sono allestite altre installazioni video di Inventory, per la prima volta esposte in pubbblico. All'ingresso vi viene consegnato un apparecchio con cuffie che riproduce dei suoni (sospiri, passi, ecc.) quando ci si avvicina ai video (In Cloud Island e poiDisorient). Nella sala un particolare voluto dall'architetto Hadid: camminando si deve attraversare un vetro sul pavimento che mette una strana sensazione di vuoto. In fondo ammirate la vetrata oscurata che da all'esterno.
Si segnala, infine, la Mostra The sea is my land che si trova nell'edificio prospiciente al Museo e dedicata ad Artisti del Mediterraneo. E' visibile dal 4 luglio 2013 e fino al 29 settembre senza biglietto ed è ricca di fotografie ed altre opere di numerosi artisti provenienti dai paesi che si affacciano su questo mare. Da vedere.

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