mercoledì 16 ottobre 2013

Beati quelli il cui atteggiamento verso la realtà è dettato da immutabili ragioni interiori!

Vero, ''Beati quelli il cui atteggiamento verso la realtà è dettato da immutabili ragioni interiori! 
(da Un'amara serenità, in Una pietra sopra, 1980).


Le mille contraddizioni del boom economico nell'Italia del secondo dopoguerra, con una natura dimenticata a forza ed infilata sotto il tappeto dal progresso. Il tutto visto attraverso gli occhi dell'ingenuo e sfortunato protagonista di immonde storie.

Sarà la centesima occasione per ribadirlo: mea opinione, Italo Calvino è uno scrittore sopravvalutato. L'etichetta di "più importante scrittore italiano del secondo Novecento", mi è sempre sembrata esagerata. Esagerata e smemorata: in un solo virgolettato spariscono Gadda, la Morante, Primo Levi - più un elenco di poeti che forse sono la parte più notevole della letteratura italiana di quegli stessi anni. Azzardo: negli USA la letteratura italiana è quasi un'appendice di Calvino; in Svezia l'ex presidente della giuria accademica disse che se fosse vissuto qualche anno in più avrebbe avuto il Nobel; quel che più mi sbalordisce è come un libro stucchevole e brutto come "Se una notte d'inverno un viaggiatore" possa essere considerato un classico. L'ultima delle sue pur bellissime "Lezioni americane", Molteplicità, è invecchiata male: autori di ingegnosi giochetti letterari come Perec o Queneau passano per scrittori. Non so, non so. So però che: "il più importante scrittore italiano del secondo novecento" no, ma personalmente lo reputo un godibilissimo scrittore, sicuramente non posizionabile nel podio. Sempre se ha un senso (e non lo ha) usare il termine "podio" in un settore così emotivo e di gusto estremamente soggettivo come la letteratura.

Auguri per i 90'anni, questa è la sola cosa certa.

vF

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